Il 14 settembre 2013 si è svolta la prima edizione di click&sail, manifestazione velica-fotografica, organizzata dal Circolo – Compagnia della Vela ASD, in collaborazione con la nostra Associazione Fotografica Marco Polo.
Per capire come si è svolta la manifestazione riportiamo qui di seguito le istruzioni di regata redatte dal Comitato Organizzatore.
Ecco le impressioni delle associate Margaretha Breil e Daniela Gesmundo che hanno partecipato all’iniziativa.
“Per la Click and Sail sono stata invitata in una delle barche grandi, con un equipaggio impegnato ed entusiasta. Per me in barca un ruolo nuovo: invece di scotte e winch dovevo usare la macchina fotografica. il tema del concorso fotografico “uomini e barche in regata” era alquanto generico. Per la mancanza di vento sono poi mancati i momenti che potevano rendere le foto delle barche drammatiche: niente onde (perciò anche niente mal di mare) ma anche niente schiuma sull’acqua, barche inclinate fino al botasso, orizzonti in diagonale.la sfida maggiore della gara era di scegliere le foto: erano da consegnare all’arrivo (anticipato per mancanza di vento). richiedeva un attività da fotografa che finora non avevo sottovalutata: essere in grado di scegliere in fretta, in meno di 5 minuti, due foto tra 200 scatti visti sullo schermo della macchina fotografica.”
Margaretha Breil
“La mia partecipazione alla Click&Sail è stata del tutto inaspettata. Quella era per me la mia prima volta in barca a vela, quindi ho utilizzato i primi momenti prima della partenza per ambientarmi: mentre le tre ragazze che componevano l’intero equipaggio mi portavano verso il mare ho cercato di capire come muovermi sulla piccola e agile Elan 1. E così nel viaggio verso la partenza ho cominciato a sperimentare muovendomi piano piano per quanto era possibile sulla barca, tra le cime e tra le ragazze e tra le loro mani operose.
“Alla sirena di partenza cominciano anche gli scatti per la giuria. Purtroppo nella giornata di sole è mancato il vento, ma vista la mia poca esperienza in regate forse è stato meglio così. Durante tutta la competizione momenti di azione si sono alternati a momenti di completa stasi. In barca il fotografo diventa allo stesso tempo un collaboratore durante molte manovre di bordo e un fantasma, un’ombra che si muove senza intralciare il lavoro dell’equipaggio. Fotografare in questa situazione non è semplice ci sono molte cose di cui tener conto e devo dire che la difficoltà più grande è proprio la poca libertà nei movimenti, e la (mia) poca dimestichezza con la situazione, ma nel suo complesso l’esperienza è stata davvero positiva e mi auguro di poterla ripetere.”
Daniela Gesmundo